La tesi di dottorato offre l'edizione critica dell’epistola Ad Posteritatem di Francesco Petrarca corredata di un'introduzione storico-esegetica, di una nota al testo, della traduzione e di una parte sperimentale che dà conto delle fasi 
elaborative cui la lettera fu sottoposta dall'autore nel corso del tempo. L'edizione 
rappresenta un sicuro progresso rispetto a quelle precedenti di E. Carrara (1929), di P. G. Ricci (1955) e di K. Enenkel (1998). È infatti fondata sulla collazione di 
tutti i testimoni conosciuti della lettera, alcuni dei quali non erano stati utilizzati dai precedenti editori, 
e su un'analisi più accurata dei loro rapporti. Queste operazioni hanno consentito di delineare uno stemma, di 
eliminare brillantemente qualche descriptus e di dimostrare che il ramo della tradizione che da Carrara e da Ricci era 
stato considerato deteriore è invece il più utile alla costituzione del testo. Per la prima volta l’editrice si giova sistematicamente dell'apporto decisivo della tradizione indiretta rappresentata dal Sermo di Pier Paolo Vergerio, che riprende alla lettera larghi passi della Ad Posteritatem.

L'epistola Ad Posteritatem di Francesco Petrarca

REFE, LAURA
2006-01-01

Abstract

La tesi di dottorato offre l'edizione critica dell’epistola Ad Posteritatem di Francesco Petrarca corredata di un'introduzione storico-esegetica, di una nota al testo, della traduzione e di una parte sperimentale che dà conto delle fasi 
elaborative cui la lettera fu sottoposta dall'autore nel corso del tempo. L'edizione 
rappresenta un sicuro progresso rispetto a quelle precedenti di E. Carrara (1929), di P. G. Ricci (1955) e di K. Enenkel (1998). È infatti fondata sulla collazione di 
tutti i testimoni conosciuti della lettera, alcuni dei quali non erano stati utilizzati dai precedenti editori, 
e su un'analisi più accurata dei loro rapporti. Queste operazioni hanno consentito di delineare uno stemma, di 
eliminare brillantemente qualche descriptus e di dimostrare che il ramo della tradizione che da Carrara e da Ricci era 
stato considerato deteriore è invece il più utile alla costituzione del testo. Per la prima volta l’editrice si giova sistematicamente dell'apporto decisivo della tradizione indiretta rappresentata dal Sermo di Pier Paolo Vergerio, che riprende alla lettera larghi passi della Ad Posteritatem.
2006
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