La mia dissertazione è dedicata allo studio degli spazi e dei luoghi nell’opera del poeta tedesco Durs Grünbein. Il primo capitolo è focalizzato sulla «Raumtheorie» a partire da alcuni pensatori classici dal XX secolo fino ai giorni nostri e va a costituire una base metodologica per la successiva analisi dell’opera grünbeiniana. Esso si chiude con un tentativo di applicare gli studi sullo spazio, in particolare il cosiddetto spatial turn, alle scienze letterarie. La tesi si sviluppa successivamente secondo un criterio tematico: il secondo capitolo passa in rassegna i testi avvalendosi delle categorie tratteggiate nella prima parte della mia tesi (eterotopie, nonluoghi, luoghi di memoria), mentre il terzo capitolo si concentra su alcune poetiche spaziali grünbeiniane come quella del confine, sull’esempio del poemetto su Cartesio ‒ e si conclude con una possibile lettura post-DDR dell’opera. Il quarto capitolo studia il topos acquatico: dopo aver fatto luce su una linea di continuità che porta Grünbein alla costante tematizzazione dell’acqua come luogo ne ho studiato il valore sia poetico che poetologico, nonché la sua vicinanza al mito (Atlantide) e, attraverso di esso alla recente «deutsch-deutsche Geschichte».

Durs Grünbein: poetiche dello spazio

CAPPELLOTTO, Anna
2012-01-01

Abstract

La mia dissertazione è dedicata allo studio degli spazi e dei luoghi nell’opera del poeta tedesco Durs Grünbein. Il primo capitolo è focalizzato sulla «Raumtheorie» a partire da alcuni pensatori classici dal XX secolo fino ai giorni nostri e va a costituire una base metodologica per la successiva analisi dell’opera grünbeiniana. Esso si chiude con un tentativo di applicare gli studi sullo spazio, in particolare il cosiddetto spatial turn, alle scienze letterarie. La tesi si sviluppa successivamente secondo un criterio tematico: il secondo capitolo passa in rassegna i testi avvalendosi delle categorie tratteggiate nella prima parte della mia tesi (eterotopie, nonluoghi, luoghi di memoria), mentre il terzo capitolo si concentra su alcune poetiche spaziali grünbeiniane come quella del confine, sull’esempio del poemetto su Cartesio ‒ e si conclude con una possibile lettura post-DDR dell’opera. Il quarto capitolo studia il topos acquatico: dopo aver fatto luce su una linea di continuità che porta Grünbein alla costante tematizzazione dell’acqua come luogo ne ho studiato il valore sia poetico che poetologico, nonché la sua vicinanza al mito (Atlantide) e, attraverso di esso alla recente «deutsch-deutsche Geschichte».
2012
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