Le pagine delle Confessioni di Nievo presentano un ricco inventario di oggetti, evocati secondo una duplice fenomenologia, da un lato il riferimento a manufatti di diverso genere, «cose» per così dire isolate, presentate nel loro esserci, al cui interno assumono uno spazio privilegiato tutti gli oggetti collegati con l’abbigliamento; dall’altro, una quantità di elementi concreti collocati in spazi particolari e destinati ad esprimere il rapporto dell’uomo con il mondo fisico, nella duplice articolazione esterno/interno, luoghi naturali/ artificiali. Nel saggio si analizzano tali presenze, che si rivelano portatrici di decisive valenze simboliche, diversificate nella prima parte del romanzo rispetto a quelle successive: nelle pagine dedicate al mondo ancien régime di Fratta, oggetti e luoghi sono spesso caratterizzati da colori settecenteschi e da tratti di una comicità allusiva – che richiamano i toni di un Goldoni o, più ancora, di Carlo Gozzi, utili a ritrovare l’aria di un tempo, con la possibilità di sfruttare un repertorio vastissimo di situazioni e condizioni della vita cittadina e provinciale nel Settecento. Via via che ci si allontana, nel romanzo, da quel periodo, quei modelli vengono meno e si assiste a cambiamento di passo: non viene meno quella «vocazione concretizzante » che è stata notata come propria del narratore delle Confessioni e che lo porta a connotare in senso fisico le esperienze, ma si passa a un diverso livello di evidenza e di metaforicità, parallelamente a quanto avviene per le descrizioni del paesaggio, che rivelano un analogo cambiamento di registro.

Oggetti e dimore nelle "Confessioni d'un Italiano"

RICORDA, Ricciarda
2013-01-01

Abstract

Le pagine delle Confessioni di Nievo presentano un ricco inventario di oggetti, evocati secondo una duplice fenomenologia, da un lato il riferimento a manufatti di diverso genere, «cose» per così dire isolate, presentate nel loro esserci, al cui interno assumono uno spazio privilegiato tutti gli oggetti collegati con l’abbigliamento; dall’altro, una quantità di elementi concreti collocati in spazi particolari e destinati ad esprimere il rapporto dell’uomo con il mondo fisico, nella duplice articolazione esterno/interno, luoghi naturali/ artificiali. Nel saggio si analizzano tali presenze, che si rivelano portatrici di decisive valenze simboliche, diversificate nella prima parte del romanzo rispetto a quelle successive: nelle pagine dedicate al mondo ancien régime di Fratta, oggetti e luoghi sono spesso caratterizzati da colori settecenteschi e da tratti di una comicità allusiva – che richiamano i toni di un Goldoni o, più ancora, di Carlo Gozzi, utili a ritrovare l’aria di un tempo, con la possibilità di sfruttare un repertorio vastissimo di situazioni e condizioni della vita cittadina e provinciale nel Settecento. Via via che ci si allontana, nel romanzo, da quel periodo, quei modelli vengono meno e si assiste a cambiamento di passo: non viene meno quella «vocazione concretizzante » che è stata notata come propria del narratore delle Confessioni e che lo porta a connotare in senso fisico le esperienze, ma si passa a un diverso livello di evidenza e di metaforicità, parallelamente a quanto avviene per le descrizioni del paesaggio, che rivelano un analogo cambiamento di registro.
2013
Ippolito Nievo centocinquant'anni dopo
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