Questo studio nasce da una iniziativa del WG 1 ‘Sorgenti e processi di generazione degli aerosol’ della Società Italiana di Aerosol (IAS) ed ha la finalità di individuare aspetti comuni e singolarità nella variabilità composizionale del materiale particolato aerodisperso (PM) in aree urbane. Dopo una fase iniziale di raccolta ed armonizzazione di data set di speciazione chimica relativi al PM caratterizzato a diversi siti di aree urbane rappresentative delle varie peculiarità territoriali del nostro Paese, al data set finale è stato applicato un approccio di source apportionment mediante chiusura del bilancio di massa. La disponibilità attuale di dati ha permesso, in linea generale, di stimare i dati mancanti nei diversi data set messi a disposizione dagli Autori per le finalità di questo lavoro, ovvero di generare delle medie stagionali di molte delle specie chimiche incluse nel data set finale. E’ stato quindi possibile applicare a quest’ultimo un approccio di chiusura del bilancio di massa (1), al fine di incrementare le informazioni estraibili dal data set. Il PM10 è la frazione maggiormente rappresentata, il PM2.5 è presente in circa il 50% dei dataset finora raccolti. I macro- e micro-elementi sono disponibili in quasi tutti i dataset raccolti e gli ioni inorganici sono presenti nell’80% dei casi. Finora scarsamente rappresentati sono carbonio organico ed elementare, IPA, levoglucosano ed acidi organici. Dai dati disponibili si osserva, in generale, che sia la concentrazione di massa, che il contenuto in ioni inorganici ed in macro- e micro elementi del PM10, sono pressoché confrontabili a siti diversi. Per il PM10 la variabilità percentuale intorno alla media tra siti (RSD%) oscilla tra il 40 ed il 70%. Le principali eccezioni (RSD% > 70%) si riscontrano per il Fe e per alcuni microelementi (Pb, Cu, Ti, V, Zn), soprattutto nei periodi invernali, e per la frazione ionica del Na. La maggiore variabilità osservata tra i dataset relativi al PM2.5 è da attribuirsi, almeno in parte, alla scarsità di dati attualmente disponibili.

Profili chimici e contributi di sorgente al recettore: variabilità del PM urbano lungo l’Italia

MASIOL M;
2016-01-01

Abstract

Questo studio nasce da una iniziativa del WG 1 ‘Sorgenti e processi di generazione degli aerosol’ della Società Italiana di Aerosol (IAS) ed ha la finalità di individuare aspetti comuni e singolarità nella variabilità composizionale del materiale particolato aerodisperso (PM) in aree urbane. Dopo una fase iniziale di raccolta ed armonizzazione di data set di speciazione chimica relativi al PM caratterizzato a diversi siti di aree urbane rappresentative delle varie peculiarità territoriali del nostro Paese, al data set finale è stato applicato un approccio di source apportionment mediante chiusura del bilancio di massa. La disponibilità attuale di dati ha permesso, in linea generale, di stimare i dati mancanti nei diversi data set messi a disposizione dagli Autori per le finalità di questo lavoro, ovvero di generare delle medie stagionali di molte delle specie chimiche incluse nel data set finale. E’ stato quindi possibile applicare a quest’ultimo un approccio di chiusura del bilancio di massa (1), al fine di incrementare le informazioni estraibili dal data set. Il PM10 è la frazione maggiormente rappresentata, il PM2.5 è presente in circa il 50% dei dataset finora raccolti. I macro- e micro-elementi sono disponibili in quasi tutti i dataset raccolti e gli ioni inorganici sono presenti nell’80% dei casi. Finora scarsamente rappresentati sono carbonio organico ed elementare, IPA, levoglucosano ed acidi organici. Dai dati disponibili si osserva, in generale, che sia la concentrazione di massa, che il contenuto in ioni inorganici ed in macro- e micro elementi del PM10, sono pressoché confrontabili a siti diversi. Per il PM10 la variabilità percentuale intorno alla media tra siti (RSD%) oscilla tra il 40 ed il 70%. Le principali eccezioni (RSD% > 70%) si riscontrano per il Fe e per alcuni microelementi (Pb, Cu, Ti, V, Zn), soprattutto nei periodi invernali, e per la frazione ionica del Na. La maggiore variabilità osservata tra i dataset relativi al PM2.5 è da attribuirsi, almeno in parte, alla scarsità di dati attualmente disponibili.
2016
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