"Di quale forma" deve essere l'informale?", si chiede nell'agosto del 1959 Paolo Marinotti - segretario del Centro delle Arti e del Costume (CIAC) di Palazzo Grassi a Venezia - presentando la mostra "Vitalità nell'arte". Interpretando quella corrente artistica come uno stato d'essere, una ricerca che giunge "dalla riunione e dal confronto di energie latenti", persino come una "accumulazione di rischi", intende l'esposizione come un dossier relativo a un affaire ancora in divenire, legato a quel momento presente . Anche per Willem Sandberg - direttore dello Stedelijk Museum e personalità peculiare per l'innovatività nella curatela - è importante dar valore a opere che sappiano far esplodere una "vitalità bruciante". La "caratteristica primordiale" che possiede l'informale, che identifica con un'espressione di libertà tout court, sarà capace di coinvolgere in modo appassionante e soprattutto di aggiornare i visitatori . L'informale ha però oramai un decennio di vita espositiva, in quel finire degli anni Cinquanta. La mostra veneziana diventa l'occasione per fare il punto su una situazione, considerando che anticipa di un anno la clamorosa affermazione che questo indirizzo avrà alla Biennale del 1960, una sede dove già pure avevano esposto dei singoli pionieri della temperie, ma che mai come in quell'anno vedrà assegnare un riconoscimento così ampio a tale fazione. Una particolare attenzione è posta all'allestimento pensato da Carlo Scarpa.

La mostra “Vitalità nell’arte” (1959) al Centro Internazionale delle Arti e del Costume di Palazzo Grassi: un informale di “quale forma?”

Stefania Portinari
2020-01-01

Abstract

"Di quale forma" deve essere l'informale?", si chiede nell'agosto del 1959 Paolo Marinotti - segretario del Centro delle Arti e del Costume (CIAC) di Palazzo Grassi a Venezia - presentando la mostra "Vitalità nell'arte". Interpretando quella corrente artistica come uno stato d'essere, una ricerca che giunge "dalla riunione e dal confronto di energie latenti", persino come una "accumulazione di rischi", intende l'esposizione come un dossier relativo a un affaire ancora in divenire, legato a quel momento presente . Anche per Willem Sandberg - direttore dello Stedelijk Museum e personalità peculiare per l'innovatività nella curatela - è importante dar valore a opere che sappiano far esplodere una "vitalità bruciante". La "caratteristica primordiale" che possiede l'informale, che identifica con un'espressione di libertà tout court, sarà capace di coinvolgere in modo appassionante e soprattutto di aggiornare i visitatori . L'informale ha però oramai un decennio di vita espositiva, in quel finire degli anni Cinquanta. La mostra veneziana diventa l'occasione per fare il punto su una situazione, considerando che anticipa di un anno la clamorosa affermazione che questo indirizzo avrà alla Biennale del 1960, una sede dove già pure avevano esposto dei singoli pionieri della temperie, ma che mai come in quell'anno vedrà assegnare un riconoscimento così ampio a tale fazione. Una particolare attenzione è posta all'allestimento pensato da Carlo Scarpa.
2020
Quaderni della Donazione Eugenio Da Venezia, n. 23
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