Nel 2018 l’Università Ca’ Foscari compie 150 anni dalla fondazione e sono passati 100 anni dalla fine della Grande guerra. La coincidenza di queste ricorrenze invita a ricordare la coraggiosa, allora ancora giovane, Scuola Superiore di Commercio che, alla fine del primo conflitto, è costretta a contare i suoi caduti. Dopo due decenni, nel 1946, il Regio Istituto di Economia e Commercio dedica la corte minore di Ca’ Giustinian dei Vescovi alla memoria di tutti gli studenti, i docenti e i dipendenti morti nei conflitti che fino ad allora hanno insanguinato il secolo. Lapidi e monumenti, rimossi negli anni, sono ora ricomposti, in senso figurato, nella statua di Niobe, Mater Studiorum che piange la morte violenta dei propri allievi. La corte della Niobe è abitata dalla potente scultura di Napoleone Martinuzzi, suo fulcro visivo ed emotivo, e da tanti, tanti nomi. Il tentativo è stato quindi di cominciare a restituire non solo la storia di quello spazio ma anche delle esistenze e del pensiero di coloro i cui nomi hanno qui trovato dimora. Le strategie della memoria sono state al centro del lavoro di molti e sottotraccia nel lavoro di tutti: di chi si è occupato di delineare un profilo esistenziale dei caduti, di chi ha studiato le ideologie e le politiche che hanno animato i periodi tribolati delle guerre e dei dopoguerra o ha analizzato i processi istituzionali e la mentalità in tempo di guerra, di chi ha indagato sull’assetto e le trasformazioni architettoniche della corte. Ma il problema del tempo passato, delle tracce che lascia e di come conservarle si è posto anche a chi ha compiuto ricerche sui documenti e a chi ha studiato le pietre del sacrario e ne ha avuto cura.

La corte della Niobe. Il Sacrario dei Caduti cafoscarini

Bisutti, Francesca
;
Molteni, Elisabetta
2018-01-01

Abstract

Nel 2018 l’Università Ca’ Foscari compie 150 anni dalla fondazione e sono passati 100 anni dalla fine della Grande guerra. La coincidenza di queste ricorrenze invita a ricordare la coraggiosa, allora ancora giovane, Scuola Superiore di Commercio che, alla fine del primo conflitto, è costretta a contare i suoi caduti. Dopo due decenni, nel 1946, il Regio Istituto di Economia e Commercio dedica la corte minore di Ca’ Giustinian dei Vescovi alla memoria di tutti gli studenti, i docenti e i dipendenti morti nei conflitti che fino ad allora hanno insanguinato il secolo. Lapidi e monumenti, rimossi negli anni, sono ora ricomposti, in senso figurato, nella statua di Niobe, Mater Studiorum che piange la morte violenta dei propri allievi. La corte della Niobe è abitata dalla potente scultura di Napoleone Martinuzzi, suo fulcro visivo ed emotivo, e da tanti, tanti nomi. Il tentativo è stato quindi di cominciare a restituire non solo la storia di quello spazio ma anche delle esistenze e del pensiero di coloro i cui nomi hanno qui trovato dimora. Le strategie della memoria sono state al centro del lavoro di molti e sottotraccia nel lavoro di tutti: di chi si è occupato di delineare un profilo esistenziale dei caduti, di chi ha studiato le ideologie e le politiche che hanno animato i periodi tribolati delle guerre e dei dopoguerra o ha analizzato i processi istituzionali e la mentalità in tempo di guerra, di chi ha indagato sull’assetto e le trasformazioni architettoniche della corte. Ma il problema del tempo passato, delle tracce che lascia e di come conservarle si è posto anche a chi ha compiuto ricerche sui documenti e a chi ha studiato le pietre del sacrario e ne ha avuto cura.
2018
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/3708881
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