Il paper intende contribuire al dibattito sull’educazione generativa aprendolo al contributo delle sollecitazioni provenienti dalla teoria dei sistemi e dal paradigma ecologico. In particolare, si focalizzerà l’attenzione sul nuovo modo di pensare alla vita proposto dalla teoria di Santiago (Maturana & Varela, 1988), secondo il quale la dimensione cognitiva del vivente è strettamente connessa con quella biologica, in un’attività continua of self-generation and self- perpetuation (Capra, 1997) che determina continui processi di cambiamento nell’organizzazione delle reti autopoietiche. Per quanto indipendente dall’esterno per i cambiamenti necessari alla sua individuazione, il sistema vivente non lo è invece, quanto alle risorse, nutrienti ed energia, ma anche informazioni, che ne garantiscono la sopravvivenza. Questo tipo di cambiamento strutturale della rete, noto come cambiamento di sviluppo, avviene a seguito di una perturbazione proveniente dall’ambiente esterno, la quale innesca, ma non specifica né indirizza, il riadattamento degli schemi di connettività. Maturana e Varela (Maturana & Varela, 1988), introducono a tal proposito il concetto di accoppiamento strutturale, per indicare che alcune di queste interazioni organismo/ambiente hanno il carattere della stabilità o della ricorrenza. I cambiamenti strutturali che si determinano all’interno del sistema a seguito dell’accoppiamento sono atti cognitivi. Questo aspetto, così importante ai fini dell’educazione, sembra essere tuttavia paradossalmente ignorato dalla riflessione pedagogica. Si presenta, pertanto, un’analisi teoretica volta ad analizzare la relazione studente/università quale particolare forma di accoppiamento strutturale tra sistema vivente e ambiente che pone importanti interrogativi riguardo all’effettiva capacità della comunità educante, e in particolare di quella responsabile della formazione iniziale dei docenti, di “fare azione di disturbo” e di innescare i cambiamenti. Esiti di questo cambiamento di prospettiva sono l’individuazione del curricolo universitario quale dispositivo perturbatore strategico della rete di conoscenze dell’individuo in chiave autopoietica e l’ideazione di un modello di curricolo universitario appositamente pensato per assicurare la formazione di abiti mentali astratti (Baldacci, 2010a) ritenuti strategici per la formazione dei futuri insegnanti.

Il curricolo generativo nella formazione universitaria dei docenti

ines giunta
2017-01-01

Abstract

Il paper intende contribuire al dibattito sull’educazione generativa aprendolo al contributo delle sollecitazioni provenienti dalla teoria dei sistemi e dal paradigma ecologico. In particolare, si focalizzerà l’attenzione sul nuovo modo di pensare alla vita proposto dalla teoria di Santiago (Maturana & Varela, 1988), secondo il quale la dimensione cognitiva del vivente è strettamente connessa con quella biologica, in un’attività continua of self-generation and self- perpetuation (Capra, 1997) che determina continui processi di cambiamento nell’organizzazione delle reti autopoietiche. Per quanto indipendente dall’esterno per i cambiamenti necessari alla sua individuazione, il sistema vivente non lo è invece, quanto alle risorse, nutrienti ed energia, ma anche informazioni, che ne garantiscono la sopravvivenza. Questo tipo di cambiamento strutturale della rete, noto come cambiamento di sviluppo, avviene a seguito di una perturbazione proveniente dall’ambiente esterno, la quale innesca, ma non specifica né indirizza, il riadattamento degli schemi di connettività. Maturana e Varela (Maturana & Varela, 1988), introducono a tal proposito il concetto di accoppiamento strutturale, per indicare che alcune di queste interazioni organismo/ambiente hanno il carattere della stabilità o della ricorrenza. I cambiamenti strutturali che si determinano all’interno del sistema a seguito dell’accoppiamento sono atti cognitivi. Questo aspetto, così importante ai fini dell’educazione, sembra essere tuttavia paradossalmente ignorato dalla riflessione pedagogica. Si presenta, pertanto, un’analisi teoretica volta ad analizzare la relazione studente/università quale particolare forma di accoppiamento strutturale tra sistema vivente e ambiente che pone importanti interrogativi riguardo all’effettiva capacità della comunità educante, e in particolare di quella responsabile della formazione iniziale dei docenti, di “fare azione di disturbo” e di innescare i cambiamenti. Esiti di questo cambiamento di prospettiva sono l’individuazione del curricolo universitario quale dispositivo perturbatore strategico della rete di conoscenze dell’individuo in chiave autopoietica e l’ideazione di un modello di curricolo universitario appositamente pensato per assicurare la formazione di abiti mentali astratti (Baldacci, 2010a) ritenuti strategici per la formazione dei futuri insegnanti.
2017
2
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