Nei cupi anni ’30 dell’Ottocento il vecchio mondo è ormai tramontato, ma il nuovo ha ambizioni modeste e tratti filistei. È ancora possibile che si dia grandezza nel secolo? È possibile vivervi felicemente? Agli occhi di Kierkegaard un’onesta ricerca filosofica non può che condurre a una saggezza amara, in cui la dignità spirituale ed etica dei singoli è conservata al prezzo della rinuncia a ogni umana pienezza. Ma è la rassegnazione l’unica forma possibile di vita autentica? È qui che Kierkegaard introduce la figura, apparentemente tradizionale, del “cavaliere della fede”, che non è il monaco ritirato dal mondo, eroe della cristianità medievale, ma Abramo, il padre dei credenti, che vive a suo agio nel mondo, colmo di benedizioni. Una figura problematica, tuttavia, chiara e nascosta a un tempo. Qual è infatti il segreto della sua fede? Quali i paradossi che implica, vera sfida per la ragione, che non riesce a venirne a capo? Quali le prove che ha dovuto sopportare? Può, infine, essere proprio la fede di Abramo la sola possibilità di pienezza di vita per l’uomo moderno? Sono queste le domande intorno alle quali ruota Timore e tremore, un testo unico nella produzione letteraria del filosofo danese, il suo capolavoro.

Il segreto di Abramo Una lettura mistica di "Timore e tremore"

Isabella Adinolfi
2018-01-01

Abstract

Nei cupi anni ’30 dell’Ottocento il vecchio mondo è ormai tramontato, ma il nuovo ha ambizioni modeste e tratti filistei. È ancora possibile che si dia grandezza nel secolo? È possibile vivervi felicemente? Agli occhi di Kierkegaard un’onesta ricerca filosofica non può che condurre a una saggezza amara, in cui la dignità spirituale ed etica dei singoli è conservata al prezzo della rinuncia a ogni umana pienezza. Ma è la rassegnazione l’unica forma possibile di vita autentica? È qui che Kierkegaard introduce la figura, apparentemente tradizionale, del “cavaliere della fede”, che non è il monaco ritirato dal mondo, eroe della cristianità medievale, ma Abramo, il padre dei credenti, che vive a suo agio nel mondo, colmo di benedizioni. Una figura problematica, tuttavia, chiara e nascosta a un tempo. Qual è infatti il segreto della sua fede? Quali i paradossi che implica, vera sfida per la ragione, che non riesce a venirne a capo? Quali le prove che ha dovuto sopportare? Può, infine, essere proprio la fede di Abramo la sola possibilità di pienezza di vita per l’uomo moderno? Sono queste le domande intorno alle quali ruota Timore e tremore, un testo unico nella produzione letteraria del filosofo danese, il suo capolavoro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/3701534
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