Obiettivo di questo contributo è far luce sulle caratteristiche delle forze sociali che, a partire dagli anni Settanta del XX secolo, hanno fortemente condizionato il processo di integrazione europea, delineando lo scenario in cui ha fatto la sua comparsa una specifica formazione sociale dotata di ben definiti elementi distintivi, una vera e propria élite transnazionale , la Round Table of European Industrialists (ERT), la quale ha contribuito in maniera rilevante alla messa in discussione del modello sociale europeo. La ERT si qualifica come un’élite transnazionale in quanto non ha un’unica appartenenza statale: il suo raggio d’azione va oltre i confini di un singolo stato, estendendosi piuttosto in maniera trasversale rispetto ai territori di più stati. Inoltre, si configura come un attore di natura economica che esercita però una notevole influenza anche a livello politico. La ERT, nei primi anni Novanta, ha fortemente influito sui contenuti del Trattato di Maastricht. Successivamente, ha sposato una visione neoliberista della politica e dell’economia, spostando di conseguenza il proprio orientamento ideologico dall’europeismo al globalismo. La competitività e l’attacco al lavoro sono divenuti gli obiettivi principali di questa organizzazione. Il nuovo consenso sociale promosso dalla ERT è basato infatti sull’efficienza e sulla flessibilità a scapito della stabilità dell’occupazione. La vicenda della ERT e i cambiamenti in senso neoliberista che, nel corso degli anni Novanta, hanno contraddistinto il suo orientamento ideologico costituiscono un punto di vista privilegiato per comprendere l’attacco al Modello sociale europeo attualmente in corso. Obiettivo di questo paper, dunque, è studiare la crisi di questo modello attraverso una ricostruzione della storia della ERT e delle sue transizioni ideologiche. A tale scopo, si farà ricorso all’analisi di alcuni documenti significativi prodotti da questa organizzazione.

Le élites transnazionali nel processo di integrazione europea: la ERT e l’attacco al modello sociale

GARGIULO, Enrico
2012-01-01

Abstract

Obiettivo di questo contributo è far luce sulle caratteristiche delle forze sociali che, a partire dagli anni Settanta del XX secolo, hanno fortemente condizionato il processo di integrazione europea, delineando lo scenario in cui ha fatto la sua comparsa una specifica formazione sociale dotata di ben definiti elementi distintivi, una vera e propria élite transnazionale , la Round Table of European Industrialists (ERT), la quale ha contribuito in maniera rilevante alla messa in discussione del modello sociale europeo. La ERT si qualifica come un’élite transnazionale in quanto non ha un’unica appartenenza statale: il suo raggio d’azione va oltre i confini di un singolo stato, estendendosi piuttosto in maniera trasversale rispetto ai territori di più stati. Inoltre, si configura come un attore di natura economica che esercita però una notevole influenza anche a livello politico. La ERT, nei primi anni Novanta, ha fortemente influito sui contenuti del Trattato di Maastricht. Successivamente, ha sposato una visione neoliberista della politica e dell’economia, spostando di conseguenza il proprio orientamento ideologico dall’europeismo al globalismo. La competitività e l’attacco al lavoro sono divenuti gli obiettivi principali di questa organizzazione. Il nuovo consenso sociale promosso dalla ERT è basato infatti sull’efficienza e sulla flessibilità a scapito della stabilità dell’occupazione. La vicenda della ERT e i cambiamenti in senso neoliberista che, nel corso degli anni Novanta, hanno contraddistinto il suo orientamento ideologico costituiscono un punto di vista privilegiato per comprendere l’attacco al Modello sociale europeo attualmente in corso. Obiettivo di questo paper, dunque, è studiare la crisi di questo modello attraverso una ricostruzione della storia della ERT e delle sue transizioni ideologiche. A tale scopo, si farà ricorso all’analisi di alcuni documenti significativi prodotti da questa organizzazione.
2012
LVI
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