L’attività di traduzione dal greco di Rinuccio di Castiglione Fiorentino (1390/1395-1457), meglio noto come Rinuccio Aretino, ebbe inizio negli anni del suo soggiorno giovanile in Oriente, tra Costantinopoli e Creta, e proseguì, affiancata dall’insegnamento, negli anni di servizio presso la Curia papale, coinvolgendo svariati autori, tra i quali Aristofane, Platone, Luciano, Plutarco ed Esopo. I risultati diseguali dell’impegno versorio di Rinuccio e l’utilizzo di traduzioni latine preesistenti hanno reso finora problematica la definizione delle reali competenze in materia di greco di questo rappresentante minore dell’Umanesimo, che pure fu maestro di figure del calibro di Poggio Bracciolini e di Lorenzo Valla e fu in contatto con personalità di spicco della cultura dell’epoca. Questa prima edizione a stampa della sua traduzione latina dell'Eutifrone di Platone consente di gettare maggior luce sulle tecniche versorie da lui messe in campo in tempi in cui ancora scarseggiavano strumenti lessicografici e grammaticali, grazie anche all'individuazione del codice greco da lui utilizzato come modello. Il testo critico della versione è fondato sul codex unicus Oxford, Balliol College, MS. 131, ed è corredato di tre mantisse di apparato, relative rispettivamente al testo latino, al suo rapporto con l'originale greco e a osservazioni di carattere linguistico.

Platonis Euhytphron Rinucio Aretino interprete

MANFRIN, FRANCESCA
In corso di stampa

Abstract

L’attività di traduzione dal greco di Rinuccio di Castiglione Fiorentino (1390/1395-1457), meglio noto come Rinuccio Aretino, ebbe inizio negli anni del suo soggiorno giovanile in Oriente, tra Costantinopoli e Creta, e proseguì, affiancata dall’insegnamento, negli anni di servizio presso la Curia papale, coinvolgendo svariati autori, tra i quali Aristofane, Platone, Luciano, Plutarco ed Esopo. I risultati diseguali dell’impegno versorio di Rinuccio e l’utilizzo di traduzioni latine preesistenti hanno reso finora problematica la definizione delle reali competenze in materia di greco di questo rappresentante minore dell’Umanesimo, che pure fu maestro di figure del calibro di Poggio Bracciolini e di Lorenzo Valla e fu in contatto con personalità di spicco della cultura dell’epoca. Questa prima edizione a stampa della sua traduzione latina dell'Eutifrone di Platone consente di gettare maggior luce sulle tecniche versorie da lui messe in campo in tempi in cui ancora scarseggiavano strumenti lessicografici e grammaticali, grazie anche all'individuazione del codice greco da lui utilizzato come modello. Il testo critico della versione è fondato sul codex unicus Oxford, Balliol College, MS. 131, ed è corredato di tre mantisse di apparato, relative rispettivamente al testo latino, al suo rapporto con l'originale greco e a osservazioni di carattere linguistico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/3682062
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