Questa ricerca concentra l’attenzione sulla provincia di Vicenza durante la fase della ‘guerra prima della guerra’, ovvero della neutralità italiana, dal 28 luglio 1914 al 24 maggio 1915. L’obiettivo è mappare la situazione locale in provincia di Vicenza per quel che riguarda la guerra prima della guerra, cioè scioperi, rimpatri degli emigranti, disoccupazione e provvedimenti adottati in proposito. E tuttavia l’attenzione al dettaglio locale è volta a rispondere a domande generali, inevitabilmente arrivando a risposte particolari. Come era strutturato il mercato del lavoro prima dell’entrata in guerra? Come ha funzionato quella che possiamo definire la ‘mobilitazione prima della mobilitazione’? Ci si chiede anche come sia stato possibile far concepire l’intervento come necessario, se non alla maggioranza della società italiana, almeno a gran parte di quelle che erano classi dirigenti allargate, non solo la classe politica nazionale, ma anche quella locale e un’ampia fascia di funzionari pubblici? Lo spoglio delle ricerche già esistenti e dei dati archivistici, molto più abbondanti di quanto atteso, ha consentito di individuare chiaramente un fortissimo nesso, nella zona studiata, tra i rimpatri degli emigranti, l’aumento dei prezzi e altre conseguenze più o meno immediate dello scoppio della ‘guerra europea’, e la crescente percezione di una situazione di emergenza da parte delle autorità locali, che le predispose ad accettare decisioni eccezionali come necessarie.
Una neutralità insostenibile: disoccupazione, carovita e tensioni sociali in provincia di Vicenza (agosto 1914 - maggio 1915).
FAVERO, Giovanni;
2016-01-01
Abstract
Questa ricerca concentra l’attenzione sulla provincia di Vicenza durante la fase della ‘guerra prima della guerra’, ovvero della neutralità italiana, dal 28 luglio 1914 al 24 maggio 1915. L’obiettivo è mappare la situazione locale in provincia di Vicenza per quel che riguarda la guerra prima della guerra, cioè scioperi, rimpatri degli emigranti, disoccupazione e provvedimenti adottati in proposito. E tuttavia l’attenzione al dettaglio locale è volta a rispondere a domande generali, inevitabilmente arrivando a risposte particolari. Come era strutturato il mercato del lavoro prima dell’entrata in guerra? Come ha funzionato quella che possiamo definire la ‘mobilitazione prima della mobilitazione’? Ci si chiede anche come sia stato possibile far concepire l’intervento come necessario, se non alla maggioranza della società italiana, almeno a gran parte di quelle che erano classi dirigenti allargate, non solo la classe politica nazionale, ma anche quella locale e un’ampia fascia di funzionari pubblici? Lo spoglio delle ricerche già esistenti e dei dati archivistici, molto più abbondanti di quanto atteso, ha consentito di individuare chiaramente un fortissimo nesso, nella zona studiata, tra i rimpatri degli emigranti, l’aumento dei prezzi e altre conseguenze più o meno immediate dello scoppio della ‘guerra europea’, e la crescente percezione di una situazione di emergenza da parte delle autorità locali, che le predispose ad accettare decisioni eccezionali come necessarie.File | Dimensione | Formato | |
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