Il migrante, coerentemente con il proprio progetto migratorio, deve essere capacitato nella sua mobilità (come conseguenza di libertà individuale) e lo Stato deve impegnarsi ad eliminare le “illibertà” a cui è sottoposto (limiti normativi, discriminazioni, mancato riconoscimento delle competenze derivanti da apprendimento formale, non formale e informale, barriere di ogni tipo, incluse quelle linguistiche). Il ruolo della formazione, in questo quadro, deve generare nel migrante una visione attiva della sua inclusione capace di far leva sul potenziale della propria agency capacitativa (in un regime di learnfare con adeguate misure di attivazione, capacitazione ed empowerment, nelle quali il lifelong learning gioca un ruolo fondamentale). Va quindi sviluppata nel migrante una capacità di governance del proprio esistere, che sussume e travalica la dimensione dell’istruzione, della continua ri-qualificazione dell’istruzione stessa e dell’aumento del proprio bagaglio di conoscenze. La competenza da perseguire è quella sapienza individuale che si radica nella consapevole responsabilità di un individuo che si può realizzare in piena libertà, in virtù del suo agire capacitativo. Questo sembra essere il vantaggio competitivo che, complicando la visione tecno-produttivista delle competenze che si evince da Europa 2020, potrebbe garantire uno sviluppo socio-economico sostenibile e inclusivo in una prospettiva di reale “fioritura” umana

Capacitare all’imprenditorialità come leva per una migrazione inclusiva

COSTA, Massimiliano
2015-01-01

Abstract

Il migrante, coerentemente con il proprio progetto migratorio, deve essere capacitato nella sua mobilità (come conseguenza di libertà individuale) e lo Stato deve impegnarsi ad eliminare le “illibertà” a cui è sottoposto (limiti normativi, discriminazioni, mancato riconoscimento delle competenze derivanti da apprendimento formale, non formale e informale, barriere di ogni tipo, incluse quelle linguistiche). Il ruolo della formazione, in questo quadro, deve generare nel migrante una visione attiva della sua inclusione capace di far leva sul potenziale della propria agency capacitativa (in un regime di learnfare con adeguate misure di attivazione, capacitazione ed empowerment, nelle quali il lifelong learning gioca un ruolo fondamentale). Va quindi sviluppata nel migrante una capacità di governance del proprio esistere, che sussume e travalica la dimensione dell’istruzione, della continua ri-qualificazione dell’istruzione stessa e dell’aumento del proprio bagaglio di conoscenze. La competenza da perseguire è quella sapienza individuale che si radica nella consapevole responsabilità di un individuo che si può realizzare in piena libertà, in virtù del suo agire capacitativo. Questo sembra essere il vantaggio competitivo che, complicando la visione tecno-produttivista delle competenze che si evince da Europa 2020, potrebbe garantire uno sviluppo socio-economico sostenibile e inclusivo in una prospettiva di reale “fioritura” umana
2015
Pedagogia militante Diritti, culture, territori
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