Dal 1329, secondo Francesco Sansovino (ma la notizia è stata messa in discussione) la statua di San Teodoro, Todaro per i Veneziani, occupa la sommità della colonna occidentale della Piazzetta, in pendant con il leone posto nella colonna a fianco. Il ricovero della statua all’interno del cortile di Palazzo Ducale effettuato nel corso del secondo conflitto mondiale diede l’opportunità di esaminarla più da vicino. In un articolo apparso in Arte Veneta del 1947, Luisa Sartorio ne rilevò per prima il carattere composito, identificando nella testa il ritratto di un principe ellenistico (a suo parere Mitridate VI Eupator, il re del Ponto), e nel torso la parte di una statua loricata imperiale di età adrianea; le due sculture antiche furono integrate dalle membra e dalla figura del drago in epoca medievale, nella prima metà XIV secolo secondo la Sartorio, circa un secolo secondo altri. L’attribuzione della testa alla ritrattistica regale dell’Ellenismo è stata in seguito ribadita, pur con varie riserve, sino ad oggi: in una recente monografia sul ritratto degli Attalidi essa viene assegnata ad Eumene II. Il pezzo è di problematica valutazione, in quanto presenta una estesa rilavorazione, particolarmente nel volto. Ma diversi indizi suggeriscono che l’ipotesi di una origine ellenistica molto probabilmente è errata. La corona di quercia non appare mai nei ritratti dei sovrani ellenistici: la sua resa molto schematica e stilizzata trova piuttosto confronti in una serie di ritratti di età costantiniana. La datazione nella tarda antichità può trovare conferma nello stile della capigliatura (se originale), mentre dalle analisi petrografiche e isotopiche del marmo, eseguite appositamente per questo convegno, è emerso che la testa è scolpita in marmo di Docimium (Turchia occidentale, presso l’odierna Afyon) utilizzato occasionamente a partire dalla prima età imperiale, e su vasta scala dal II sec. d.C.

La testa del Todaro: un palinsesto in marmo tra età costantiniana e tardo Medioevo

SPERTI, Luigi
2015-01-01

Abstract

Dal 1329, secondo Francesco Sansovino (ma la notizia è stata messa in discussione) la statua di San Teodoro, Todaro per i Veneziani, occupa la sommità della colonna occidentale della Piazzetta, in pendant con il leone posto nella colonna a fianco. Il ricovero della statua all’interno del cortile di Palazzo Ducale effettuato nel corso del secondo conflitto mondiale diede l’opportunità di esaminarla più da vicino. In un articolo apparso in Arte Veneta del 1947, Luisa Sartorio ne rilevò per prima il carattere composito, identificando nella testa il ritratto di un principe ellenistico (a suo parere Mitridate VI Eupator, il re del Ponto), e nel torso la parte di una statua loricata imperiale di età adrianea; le due sculture antiche furono integrate dalle membra e dalla figura del drago in epoca medievale, nella prima metà XIV secolo secondo la Sartorio, circa un secolo secondo altri. L’attribuzione della testa alla ritrattistica regale dell’Ellenismo è stata in seguito ribadita, pur con varie riserve, sino ad oggi: in una recente monografia sul ritratto degli Attalidi essa viene assegnata ad Eumene II. Il pezzo è di problematica valutazione, in quanto presenta una estesa rilavorazione, particolarmente nel volto. Ma diversi indizi suggeriscono che l’ipotesi di una origine ellenistica molto probabilmente è errata. La corona di quercia non appare mai nei ritratti dei sovrani ellenistici: la sua resa molto schematica e stilizzata trova piuttosto confronti in una serie di ritratti di età costantiniana. La datazione nella tarda antichità può trovare conferma nello stile della capigliatura (se originale), mentre dalle analisi petrografiche e isotopiche del marmo, eseguite appositamente per questo convegno, è emerso che la testa è scolpita in marmo di Docimium (Turchia occidentale, presso l’odierna Afyon) utilizzato occasionamente a partire dalla prima età imperiale, e su vasta scala dal II sec. d.C.
2015
Le Pietre di Venezia: spolia in se, spolia in re, Convegno Internazionale Venezia 17-18 ottobre 2013
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