Intorno a quale centro ruota l’opera di S. A. Kierkegaard? V’è un ordine che presieda a testi tanto diversi, editi sotto pseudonimi disparati, operanti nelle più varie direzioni entro la cultura di questo secolo? “Rendere attenti alla realtà religiosa, alla realtà cristiana” è il motto che, secondo il filosofo danese, ricapitola tutta la sua produzione letteraria “considerata come un tutto”: dunque, le note o i saggi dell’esteta non meno delle riflessioni dell’uomo etico o delle sottili analisi dello psicologo; l’esplicita discussione filosofica non meno dell’appassionata illustrazione del cristianesimo e delle sue esigenze. È questa un’indicazione efficace? Mynster, allora vescovo di Copenaghen e interlocutore di Kierkegaard, reagì alle sue affermazioni osservando incredulo: “Sì, è un filo che dà il bandolo di tutto, ma e torto dopo”. La dichiarazione dello scrittore, la replica del vescovo definiscono bene i contrastanti termini estremi delle interpretazioni di quello che è certo uno dei problemi decisivi del pensiero e della condotta del filosofo danese: la comunicazione del cristianesimo. Questo problema, spesso trascurato dalla critica, è al centro della presente ricerca che introduce a una rilettura complessiva dell’opera di uno dei maggiori testimoni della modernità.

Poeta o testimone? Il problema della comunicazione del cristianesimo in Søren Aabye Kierkegaard

ADINOLFI, Isabella
1991-01-01

Abstract

Intorno a quale centro ruota l’opera di S. A. Kierkegaard? V’è un ordine che presieda a testi tanto diversi, editi sotto pseudonimi disparati, operanti nelle più varie direzioni entro la cultura di questo secolo? “Rendere attenti alla realtà religiosa, alla realtà cristiana” è il motto che, secondo il filosofo danese, ricapitola tutta la sua produzione letteraria “considerata come un tutto”: dunque, le note o i saggi dell’esteta non meno delle riflessioni dell’uomo etico o delle sottili analisi dello psicologo; l’esplicita discussione filosofica non meno dell’appassionata illustrazione del cristianesimo e delle sue esigenze. È questa un’indicazione efficace? Mynster, allora vescovo di Copenaghen e interlocutore di Kierkegaard, reagì alle sue affermazioni osservando incredulo: “Sì, è un filo che dà il bandolo di tutto, ma e torto dopo”. La dichiarazione dello scrittore, la replica del vescovo definiscono bene i contrastanti termini estremi delle interpretazioni di quello che è certo uno dei problemi decisivi del pensiero e della condotta del filosofo danese: la comunicazione del cristianesimo. Questo problema, spesso trascurato dalla critica, è al centro della presente ricerca che introduce a una rilettura complessiva dell’opera di uno dei maggiori testimoni della modernità.
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