Nella società postfordista il fare dell’artigiano qualificandosi come espressione progettuale della soggettiva tipicità creativa, diventa l’orizzonte di una nuova libertà dell’uomo capace di generare prospettive di innovazione e sviluppo in cui il futuro riflette se stesso. In un contesto in cui ci si interroga come qualificare professionalità capaci di interpretare i bisogni del mercato del lavoro, la formatività che l’artigiano esprime ricompone nell’agire prima che nel fare, l’idea del possibile e l’idea del di libertà. Si apre pertanto una prospettiva pedagogica che prima ancora che valorizzare la dimensione euristica delle pratiche artigianali ne coglie la potenza generativa di esplorare il nuovo, di assumersi rischi, di produrre connessioni improbabili. L’innovazione in questa dimensione non diventa più un processo produttivo ricurvo su modelli economici di razionalità tecnologica, ma rappresenta il significante della capacità di sostare nell’incertezza, di muoversi in continuazione, di sperimentare nuove identità ed esplorare nuove relazioni. Ne consegue che il legame tra la formatività e la creatività dell’agire artigiano connota l’innovazione come processo in cui riconoscere la soggettiva esperienza nell’interazione con gli altri, vedere se stessi con occhi nuovi, condividere, accedere a pratiche distanti, assumere la significatività di artefatti e azioni sconosciute, reinterpretare biografie cognitive, produrre scenari, esplorare altre modalità operative, altri mondi, altre identità

Futuro Artigiano: l'agire generativo tra comunità e network

COSTA, Massimiliano
2011-01-01

Abstract

Nella società postfordista il fare dell’artigiano qualificandosi come espressione progettuale della soggettiva tipicità creativa, diventa l’orizzonte di una nuova libertà dell’uomo capace di generare prospettive di innovazione e sviluppo in cui il futuro riflette se stesso. In un contesto in cui ci si interroga come qualificare professionalità capaci di interpretare i bisogni del mercato del lavoro, la formatività che l’artigiano esprime ricompone nell’agire prima che nel fare, l’idea del possibile e l’idea del di libertà. Si apre pertanto una prospettiva pedagogica che prima ancora che valorizzare la dimensione euristica delle pratiche artigianali ne coglie la potenza generativa di esplorare il nuovo, di assumersi rischi, di produrre connessioni improbabili. L’innovazione in questa dimensione non diventa più un processo produttivo ricurvo su modelli economici di razionalità tecnologica, ma rappresenta il significante della capacità di sostare nell’incertezza, di muoversi in continuazione, di sperimentare nuove identità ed esplorare nuove relazioni. Ne consegue che il legame tra la formatività e la creatività dell’agire artigiano connota l’innovazione come processo in cui riconoscere la soggettiva esperienza nell’interazione con gli altri, vedere se stessi con occhi nuovi, condividere, accedere a pratiche distanti, assumere la significatività di artefatti e azioni sconosciute, reinterpretare biografie cognitive, produrre scenari, esplorare altre modalità operative, altri mondi, altre identità
2011
Numero 58 - II quadrimestre 2011
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