Nel Quattrocento i sultani si accorsero dell'importanza economica del Mare Adriatico. Per un lungo periodo accettarono senza problemi il dominio che i dogi vi imposero, ma verso la fine del Cinquecento la presenza di pirati cristiani e musulmani disturbò i rapporti tra i due stati. I mercanti ottomani erano soliti attraversare l'Adriatico, per raggiungere gli empori di Venezia ed Ancona. Accanto al commercio regolare esistette anche una fiorente attività di contrabbando: da Venezia verso la Porta si esportavano in particolare armi, dall'impero ottomano giungeva nella Serenissima invece soprattutto grano. Tra le due comunità commerciali esistevano diversi legami: per esempio, i veneziani si imbarcavano a volte su navi ottomane, mentre i mercanti del sultano pagavano nei porti veneti le stesse tasse dei sudditi di San Marco e, a volte, si assicuravano presso compagnie veneziane. Le guerre di fine Seicento fermarono momentaneamente le attività commerciali degli ottomani a Venezia e nell'Adriatico. Il commercio riprese all'inizio del secolo seguente, quando le navi albanesi ricominciarono a giungere al porto di San Marco cariche di mercanzia ottomana ma non molto tempo dopo, negli anni venti del Settecento, una miope politica protezionistica le spinse ad abbandonare lo scalo veneziano per dirigersi verso quello di Trieste.

Ottoman Merchants in the Adriatic: Trade and Smuggling

PEDANI, Maria Pia
2008-01-01

Abstract

Nel Quattrocento i sultani si accorsero dell'importanza economica del Mare Adriatico. Per un lungo periodo accettarono senza problemi il dominio che i dogi vi imposero, ma verso la fine del Cinquecento la presenza di pirati cristiani e musulmani disturbò i rapporti tra i due stati. I mercanti ottomani erano soliti attraversare l'Adriatico, per raggiungere gli empori di Venezia ed Ancona. Accanto al commercio regolare esistette anche una fiorente attività di contrabbando: da Venezia verso la Porta si esportavano in particolare armi, dall'impero ottomano giungeva nella Serenissima invece soprattutto grano. Tra le due comunità commerciali esistevano diversi legami: per esempio, i veneziani si imbarcavano a volte su navi ottomane, mentre i mercanti del sultano pagavano nei porti veneti le stesse tasse dei sudditi di San Marco e, a volte, si assicuravano presso compagnie veneziane. Le guerre di fine Seicento fermarono momentaneamente le attività commerciali degli ottomani a Venezia e nell'Adriatico. Il commercio riprese all'inizio del secolo seguente, quando le navi albanesi ricominciarono a giungere al porto di San Marco cariche di mercanzia ottomana ma non molto tempo dopo, negli anni venti del Settecento, una miope politica protezionistica le spinse ad abbandonare lo scalo veneziano per dirigersi verso quello di Trieste.
2008
16/1-2
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