In che modo i dispositivi virtuali come Facebook plasmano i nostri assetti identitari? Quali margini abbiamo per essere soggetti costituenti, per resistere in modo creativo alle cogenze di dispositivi virtuali che inducono comportamenti standardizzati e prevedibili? Quali margini abbiamo insomma per essere creativi in rete? Le risposte sono affidate ad uno scavo genealogico capace di leggere in continuità saperi, pratiche e poteri che nella nostra cultura si collegano ai dispositivi-specchio. La catottrica euclidea, la prospettiva di Brunelleschi, lo specchio "maestro de pittori" di Leonardo da Vinci, lo specchio semiotico che, in età umanistico-rinascimentale, è matrice dell'autoritratto e del ritratto, l'invenzione da parte dei maestri vetrai veneziani del vetro cristallino: questi sono soltanto alcuni momenti di una genealogia del virtuale che approda ai dispositivi-specchio contemporanei, i quali generano incessantemente, attraverso gli schermi dei nostri computer, immagini virtuali. Lo specchio come contro- spazio che crea immagini virtuali, come fenomeno-soglia che marca i confini tra immaginario e simbolico, come metafora del pensare: è questo il filo conduttore della ricerca qui presentata, che approda all'analisi dei dispositivi-specchio contemporanei attraverso alcuni studi di caso: la Community del blog collettivo Ibridamenti, l'account Facebook dello scrittore Aldo Nove, il sito Wu Ming. Un medesimo orizzonte accomuna queste diverse esperienze: si tratta di vivere la sfida del virtuale come pratica di libertà personali e collettive, contro i vincoli soffocanti dei dispositivi di potere che ci forgiano e ci condizionano.

Creatività, Mente, Apprendimento: un programma di ricerca

MARGIOTTA, Umberto
2010-01-01

Abstract

In che modo i dispositivi virtuali come Facebook plasmano i nostri assetti identitari? Quali margini abbiamo per essere soggetti costituenti, per resistere in modo creativo alle cogenze di dispositivi virtuali che inducono comportamenti standardizzati e prevedibili? Quali margini abbiamo insomma per essere creativi in rete? Le risposte sono affidate ad uno scavo genealogico capace di leggere in continuità saperi, pratiche e poteri che nella nostra cultura si collegano ai dispositivi-specchio. La catottrica euclidea, la prospettiva di Brunelleschi, lo specchio "maestro de pittori" di Leonardo da Vinci, lo specchio semiotico che, in età umanistico-rinascimentale, è matrice dell'autoritratto e del ritratto, l'invenzione da parte dei maestri vetrai veneziani del vetro cristallino: questi sono soltanto alcuni momenti di una genealogia del virtuale che approda ai dispositivi-specchio contemporanei, i quali generano incessantemente, attraverso gli schermi dei nostri computer, immagini virtuali. Lo specchio come contro- spazio che crea immagini virtuali, come fenomeno-soglia che marca i confini tra immaginario e simbolico, come metafora del pensare: è questo il filo conduttore della ricerca qui presentata, che approda all'analisi dei dispositivi-specchio contemporanei attraverso alcuni studi di caso: la Community del blog collettivo Ibridamenti, l'account Facebook dello scrittore Aldo Nove, il sito Wu Ming. Un medesimo orizzonte accomuna queste diverse esperienze: si tratta di vivere la sfida del virtuale come pratica di libertà personali e collettive, contro i vincoli soffocanti dei dispositivi di potere che ci forgiano e ci condizionano.
2010
PER UNA GENEALOGIA DEL VIRTUALE. Dallo specchio a Facebook
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