Lo scopo che si è prefisso questo articolo è duplice. Da una parte si è cercato di misurare alcuni tradizionali marcatori archeologici (le case, le ceramiche, i corredi funerari) come possibili indicatori o meno di ricchezza, anche nell’alto-medioevo. Se ne è dedotto che alcuni di questi sembrano scarsamente significativi (come le ceramiche o le case, ad esempio), altri più significativi, ma per limitati periodi di tempo (come i corredi nelle tombe oppure la costruzione di cappelle funerarie). Un secondo obbiettivo è stato quello di analizzare l’articolazione sociale della tarda età longobarda attraverso l’accesso ad alcuni beni di consumo, prendendo come esemplificazione la natura e il volume dei commerci, anche mediterranei, veicolati dagli empori nord-adriatici (Comacchio e laguna veneziana). Inoltre, dove possibile, si sono tentate alcune associazioni tra tipologia dei contesti sociali (quando ricavabili dalle fonti scritte, ad esempio) e investimento in strutture di un certo impegno costruttivo e dal forte valore identitario (come le cappelle funerarie). In particolare si sono analizzati i casi della famiglia di Totone da Campione (di cui si è conservato un certo numero di carte e della quale si conosce anche la cappella funeraria) e alcuni della Tuscia alto-medievale. Il risultato che emerge è che anche la ‘cultura materiale’ della tarda età longobarda sembra tradire, attraverso alcuni specifici marcatori, una maggiore stratificazione sociale di quanto si è fino ad oggi supposto (e in sintonia con alcuni recenti studi storici).

La ricchezza nella società longobarda

GELICHI, Sauro
2010-01-01

Abstract

Lo scopo che si è prefisso questo articolo è duplice. Da una parte si è cercato di misurare alcuni tradizionali marcatori archeologici (le case, le ceramiche, i corredi funerari) come possibili indicatori o meno di ricchezza, anche nell’alto-medioevo. Se ne è dedotto che alcuni di questi sembrano scarsamente significativi (come le ceramiche o le case, ad esempio), altri più significativi, ma per limitati periodi di tempo (come i corredi nelle tombe oppure la costruzione di cappelle funerarie). Un secondo obbiettivo è stato quello di analizzare l’articolazione sociale della tarda età longobarda attraverso l’accesso ad alcuni beni di consumo, prendendo come esemplificazione la natura e il volume dei commerci, anche mediterranei, veicolati dagli empori nord-adriatici (Comacchio e laguna veneziana). Inoltre, dove possibile, si sono tentate alcune associazioni tra tipologia dei contesti sociali (quando ricavabili dalle fonti scritte, ad esempio) e investimento in strutture di un certo impegno costruttivo e dal forte valore identitario (come le cappelle funerarie). In particolare si sono analizzati i casi della famiglia di Totone da Campione (di cui si è conservato un certo numero di carte e della quale si conosce anche la cappella funeraria) e alcuni della Tuscia alto-medievale. Il risultato che emerge è che anche la ‘cultura materiale’ della tarda età longobarda sembra tradire, attraverso alcuni specifici marcatori, una maggiore stratificazione sociale di quanto si è fino ad oggi supposto (e in sintonia con alcuni recenti studi storici).
2010
Les élites et la richesse au Haut Mopyen Age
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