Convegno su "Memoria e rimozione. I crimini di guerra del Giappone e dell'Italia", Gabinetto G.P.Vieusseux, Firenze 24-25 settembre 2007. Panel con: Ishida Ken (Chiba University) War Crimes in Japan and Italy: Three Historical Viewpoints of Comparison Kasahara Tokushi, (Tsuru Bunka University) Recent research on the Nanjing Massacre Yano Hisashi (Keio University) Enforced Labour of Koreans and Chinese in Japan Matsumura Takao (Keio University) Unit 731 and the Germ Warfare by the Japanese Army Kurasawa Aiko (Keio University) Indonesia under the Japanese ruling and the problem of “Romusha” Discussant: Rosa Caroli Abstract: ’ingresso dell’Italia e del Giappone nella competizione imperialista fu tardivo in entrambi i casi e, comunque, segnato da una ‘disonorevole’ sconfitta nel caso dell’Italia e da un netto successo conseguito nel 1895 dal Giappone nella guerra contro la Cina. Non fu questa, tuttavia, l’unica differenza che contraddistinse gli inizi dell’avventura d’oltremare intrapresa dai due giovani stati nazionali. Se, infatti, le mire dell’Italia crispina (e, più in generale, delle potenze coloniali occidentali) furono rivolte verso società e popolazioni di un altro continente percepite come primitive e ‘astoriche’ e oggetto di un pregiudizio oramai radicato in Europa, la dominazione giapponese si diresse in primo luogo verso vicini asiatici con i quali esistevano antichi e robusti vincoli culturali. La politica nipponica si fondò su un rapporto con le popolazioni colonizzate che si presenta più complesso e, per molti versi, ambiguo rispetto a quanto accadde nel caso dell’Italia e di altri paesi occidentali. Elementi, questi, senza dubbio legati al suo essere unico esempio di potenza colonialista non occidentale che, ricorrendo all’idea di un’eredità condivisa da colonizzatori e colonizzati, poté perfino concepire la competizione imperialistica in Asia in chiave razziale incitando i popoli “gialli” a unirsi per difendersi dall’aggressione dei “bianchi”. Si analizza qui il lascito di tale peculiarità dell’imperialismo nipponico nella storiografia postbellica sino ai giorni nostri.
Storia e storiografia in Giappone: dai crimini di guerra ai criminali di guerra
CAROLI, Rosa
2010-01-01
Abstract
Convegno su "Memoria e rimozione. I crimini di guerra del Giappone e dell'Italia", Gabinetto G.P.Vieusseux, Firenze 24-25 settembre 2007. Panel con: Ishida Ken (Chiba University) War Crimes in Japan and Italy: Three Historical Viewpoints of Comparison Kasahara Tokushi, (Tsuru Bunka University) Recent research on the Nanjing Massacre Yano Hisashi (Keio University) Enforced Labour of Koreans and Chinese in Japan Matsumura Takao (Keio University) Unit 731 and the Germ Warfare by the Japanese Army Kurasawa Aiko (Keio University) Indonesia under the Japanese ruling and the problem of “Romusha” Discussant: Rosa Caroli Abstract: ’ingresso dell’Italia e del Giappone nella competizione imperialista fu tardivo in entrambi i casi e, comunque, segnato da una ‘disonorevole’ sconfitta nel caso dell’Italia e da un netto successo conseguito nel 1895 dal Giappone nella guerra contro la Cina. Non fu questa, tuttavia, l’unica differenza che contraddistinse gli inizi dell’avventura d’oltremare intrapresa dai due giovani stati nazionali. Se, infatti, le mire dell’Italia crispina (e, più in generale, delle potenze coloniali occidentali) furono rivolte verso società e popolazioni di un altro continente percepite come primitive e ‘astoriche’ e oggetto di un pregiudizio oramai radicato in Europa, la dominazione giapponese si diresse in primo luogo verso vicini asiatici con i quali esistevano antichi e robusti vincoli culturali. La politica nipponica si fondò su un rapporto con le popolazioni colonizzate che si presenta più complesso e, per molti versi, ambiguo rispetto a quanto accadde nel caso dell’Italia e di altri paesi occidentali. Elementi, questi, senza dubbio legati al suo essere unico esempio di potenza colonialista non occidentale che, ricorrendo all’idea di un’eredità condivisa da colonizzatori e colonizzati, poté perfino concepire la competizione imperialistica in Asia in chiave razziale incitando i popoli “gialli” a unirsi per difendersi dall’aggressione dei “bianchi”. Si analizza qui il lascito di tale peculiarità dell’imperialismo nipponico nella storiografia postbellica sino ai giorni nostri.File | Dimensione | Formato | |
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