Immaginiamo un uomo nato cieco che, diventato adulto, inizi improvvisamente a vedere. Sarà capace di distinguere un cubo da una sfera grazie soltanto allo sguardo e dunque senza l'uso del tatto? Questa domanda, nota come Quesito di Molyneux, ancora oggi suscita interesse. Inizialmente furono i filosofia a cercare di rispondere, ma successivamente, con la scoperta di nuove tecniche chirurgiche per intervenire sulla cecità congenita, ad essa ci si è applicati anche in ambito medico. Ad oggi, però, una risposta basata su risultanze empiriche ancora non è stata trovata. Ed è probabile che non la si potrà mai trovare. Attraverso un'analisi comparativa di casi di cecità congenita, o dalla prima infanzia, operata in età adulta l'autrice dimostra come sia difficile formulare generalizzazioni riguardo alle capacità percettive dei soggetti esaminati. La loro situazione risulta essere ben diversa da quella di cui parla Molyneux. Il passaggio dalla cecità alla visione, che egli ipotizzava come immediato, si è rivelato, in realtà molto più complesso. Occorre dunque modificare l'approccio al quesito attribuendogli i connotati di un esperimento mentale. Lungi dal ridurne l'importanza una tale impostazione apre viceversa nuove strade, sollecitando l'attenzione anche di psicologi cognitivi ed ontologi.

Cubo o sfera? Nuove prospettive per il Quesito di Molyneux

JACOMUZZI, Alessandra Cecilia
2008-01-01

Abstract

Immaginiamo un uomo nato cieco che, diventato adulto, inizi improvvisamente a vedere. Sarà capace di distinguere un cubo da una sfera grazie soltanto allo sguardo e dunque senza l'uso del tatto? Questa domanda, nota come Quesito di Molyneux, ancora oggi suscita interesse. Inizialmente furono i filosofia a cercare di rispondere, ma successivamente, con la scoperta di nuove tecniche chirurgiche per intervenire sulla cecità congenita, ad essa ci si è applicati anche in ambito medico. Ad oggi, però, una risposta basata su risultanze empiriche ancora non è stata trovata. Ed è probabile che non la si potrà mai trovare. Attraverso un'analisi comparativa di casi di cecità congenita, o dalla prima infanzia, operata in età adulta l'autrice dimostra come sia difficile formulare generalizzazioni riguardo alle capacità percettive dei soggetti esaminati. La loro situazione risulta essere ben diversa da quella di cui parla Molyneux. Il passaggio dalla cecità alla visione, che egli ipotizzava come immediato, si è rivelato, in realtà molto più complesso. Occorre dunque modificare l'approccio al quesito attribuendogli i connotati di un esperimento mentale. Lungi dal ridurne l'importanza una tale impostazione apre viceversa nuove strade, sollecitando l'attenzione anche di psicologi cognitivi ed ontologi.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
jacomuzzi_2008_2.pdf

non disponibili

Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: Accesso chiuso-personale
Dimensione 991.6 kB
Formato Adobe PDF
991.6 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/25973
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact