L’articolo si sviluppa in quattro punti. Innanzitutto è esaminata la nozione di inalienabilità dei beni demaniali, sostenendosi che assume un significato diverso in ordine alla categoria dei beni ad uso collettivo ed ai beni che costituiscono reti nei servizi di pubblica utilità rispetto agli altri beni pubblici. Mentre per questi ultimi l’inalienabilità costituisce una protezione della proprietà che rimane così riservata all’ente pubblico, per i beni ad uso collettivo e per le reti, l’inalienabilità è diretta a sottrarre l’uso della risorsa al governo del mercato fondato dalla proprietà e l’assoggettamento ad una istituzione pubblica. Per i beni ad uso collettivo e per le reti la disciplina dell’accesso alla risorsa non può essere oggetto di scambio, perchè è oggetto di una valutazione procedimentalizzata che non è riferibile al titolare del bene, né costituisce oggetto di un potere di disposizione. Nei punti successivi è analizzato il potere di consentire l’accesso alla risorsa con riferimento ai beni ad uso collettivo ed alle reti, i relativi procedimenti ed il fine al quale sono diretti. In particolare per i primi la valutazione ha per oggetto l’individuazione di usi esclusivi compatibili con gli usi collettivi. Per le reti si pone il problema di rendere redditizia la struttura, vale a dire ammettere la remunerazione della proprietà di un bene che richiede forti investimenti ed allo stesso tempo garantire l’accesso alla rete a favore di una pluralità di gestori del servizio. La conclusione evidenzia alcune linee parallele tra i beni ad uso collettivo e le reti nei servizi di pubblica utilità con particolare riguardo al ruolo assegnato all’autorità rispetto al mercato. E’ evidenziata però la differenza in ordine al modello di autorità più idoneo a svolgere questo ruolo. Per i beni ad uso collettivo il ruolo dell’autorità non può che essere assunto da un ente esponenziale degli interessi della collettività. Mentre per le reti il modello più indicato appare essere quello di un’autorità indipendente.

L'EXTRACOMMERCIALITA' DEI BENI PUBBLICI E LA FRANTUMAZIONE DELLA PROPRIETA'

OLIVI, Marco
2008-01-01

Abstract

L’articolo si sviluppa in quattro punti. Innanzitutto è esaminata la nozione di inalienabilità dei beni demaniali, sostenendosi che assume un significato diverso in ordine alla categoria dei beni ad uso collettivo ed ai beni che costituiscono reti nei servizi di pubblica utilità rispetto agli altri beni pubblici. Mentre per questi ultimi l’inalienabilità costituisce una protezione della proprietà che rimane così riservata all’ente pubblico, per i beni ad uso collettivo e per le reti, l’inalienabilità è diretta a sottrarre l’uso della risorsa al governo del mercato fondato dalla proprietà e l’assoggettamento ad una istituzione pubblica. Per i beni ad uso collettivo e per le reti la disciplina dell’accesso alla risorsa non può essere oggetto di scambio, perchè è oggetto di una valutazione procedimentalizzata che non è riferibile al titolare del bene, né costituisce oggetto di un potere di disposizione. Nei punti successivi è analizzato il potere di consentire l’accesso alla risorsa con riferimento ai beni ad uso collettivo ed alle reti, i relativi procedimenti ed il fine al quale sono diretti. In particolare per i primi la valutazione ha per oggetto l’individuazione di usi esclusivi compatibili con gli usi collettivi. Per le reti si pone il problema di rendere redditizia la struttura, vale a dire ammettere la remunerazione della proprietà di un bene che richiede forti investimenti ed allo stesso tempo garantire l’accesso alla rete a favore di una pluralità di gestori del servizio. La conclusione evidenzia alcune linee parallele tra i beni ad uso collettivo e le reti nei servizi di pubblica utilità con particolare riguardo al ruolo assegnato all’autorità rispetto al mercato. E’ evidenziata però la differenza in ordine al modello di autorità più idoneo a svolgere questo ruolo. Per i beni ad uso collettivo il ruolo dell’autorità non può che essere assunto da un ente esponenziale degli interessi della collettività. Mentre per le reti il modello più indicato appare essere quello di un’autorità indipendente.
2008
I BENI PUBBLICI:TUTELA, VALORIZZAZIONE E GESTIONE
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