Il contributo si propone di analizzare la rappresentazione dell’Impero nell’ambito della narrativa francese. “La plupart des jugements littéraires que l’on publiera en France, ne seront, pendant longtemps encore, que des louanges de parti, ou des injures de calculs… » (Mme de Stael, 1802). La produzione di quest’epoca, per lo più di parte, allorché traduce i cambiamenti politici, non mette tanto in luce il carattere eccezionale dell’evento napoleonico, quanto il suo effetto di normalizzazione sulle lettere. Tra 1800 e 1815, la restaurazione del potere e delle idee attuata da Napoleone si trasmette infatti nel sistema letterario che assimila molto rapidamente i cambiamenti insorti nel campo del reale. Saranno evidenziate dunque le strategie narrative che conducono al consenso, a quell’accordo tra letteratura e società, tra scrittore e codice che, intendendo porre riparo alla frattura determinata dalla Rivoluzione, comprometterà lo spirito d’innovazione. Communis opinio doctorum - insieme di idee e principi consolidati dall’assentimento generale, secondo la giurisprudenza - l’opinione assume, in questo periodo, un carattere autoritario e coercitivo quale espressione della volontà di un gruppo di potere. Ma più interessante del conflitto ideologico in sé, conosciuto nelle sue fasi salienti e divenuto racconto leggendario ad uso delle parti politiche, è la fase di passaggio che vede l’entusiasmo di Mme de Staël mutarsi in disincanto, durante i primi anni del Consolato, per poi trasformarsi in diffidenza e in opposizione sistematica. A questo proposito le Circonstances actuelles, ultima opera repubblicana dell’autore, è del più grande interesse perché riflette le illusioni dell’epoca post-rivoluzionaria prima della grande svolta autoritaria.

Imperialismo culturale e forme del consenso (la narrativa francese fra Consolato e Impero)

OMACINI, Lucia
2009-01-01

Abstract

Il contributo si propone di analizzare la rappresentazione dell’Impero nell’ambito della narrativa francese. “La plupart des jugements littéraires que l’on publiera en France, ne seront, pendant longtemps encore, que des louanges de parti, ou des injures de calculs… » (Mme de Stael, 1802). La produzione di quest’epoca, per lo più di parte, allorché traduce i cambiamenti politici, non mette tanto in luce il carattere eccezionale dell’evento napoleonico, quanto il suo effetto di normalizzazione sulle lettere. Tra 1800 e 1815, la restaurazione del potere e delle idee attuata da Napoleone si trasmette infatti nel sistema letterario che assimila molto rapidamente i cambiamenti insorti nel campo del reale. Saranno evidenziate dunque le strategie narrative che conducono al consenso, a quell’accordo tra letteratura e società, tra scrittore e codice che, intendendo porre riparo alla frattura determinata dalla Rivoluzione, comprometterà lo spirito d’innovazione. Communis opinio doctorum - insieme di idee e principi consolidati dall’assentimento generale, secondo la giurisprudenza - l’opinione assume, in questo periodo, un carattere autoritario e coercitivo quale espressione della volontà di un gruppo di potere. Ma più interessante del conflitto ideologico in sé, conosciuto nelle sue fasi salienti e divenuto racconto leggendario ad uso delle parti politiche, è la fase di passaggio che vede l’entusiasmo di Mme de Staël mutarsi in disincanto, durante i primi anni del Consolato, per poi trasformarsi in diffidenza e in opposizione sistematica. A questo proposito le Circonstances actuelles, ultima opera repubblicana dell’autore, è del più grande interesse perché riflette le illusioni dell’epoca post-rivoluzionaria prima della grande svolta autoritaria.
2009
Le Semantiche dell'Impero
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