Le ragioni di un’indagine dedicata alla legislazione italiana antiriciclaggio, specie nei suoi profili di interrelazione con l’assetto generale della supervisione pubblica sull’attività delle banche, sono molteplici ed attuali: oltre infatti alle dimensioni quantitative assai rilevanti del fenomeno del money laundering, che già di per sé giustificherebbero l’attenzione sul tema, in tempi recenti le tradizionali istanze ordinamentali di contrasto dell’economia illegale sono state affiancate da sfide ed esigenze inedite, a partire dai nuovi obiettivi concordati in sede sovranazionale di prevenzione del finanziamento del terrorismo; l’evoluzione dei mercati finanziari verso crescenti forme di complessità, lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie informatiche e l’internazionalizzazione dei circuiti bancari e finanziari sono soltanto alcuni tra i fattori che più hanno influito sull’ulteriore implementazione e sull’affinamento degli strumenti giuridici di lotta contro i tentativi multiformi di occultare le origini della ricchezza illecita. La ricerca, dopo una prima parte dedicata alla ricostruzione dei fondamenti storico-economici della disciplina di contrasto del riciclaggio ed una seconda di approfondimento dei tratti costitutivi della normativa italiana in materia, si sofferma ampiamente in particolare sulle connessioni “virtuose” tra vigilanza bancaria e lotta contro il fenomeno in parola, indagando da vicino soprattutto le disposizioni emanate dalle autorità creditizie che possono recare vantaggi significativi anche in chiave antiriciclaggio. Segue un’ampia sezione relativa ai profili organizzativi della lotta al riciclaggio, dove viene evidenziata nel dettaglio la complessità del quadro di ripartizione delle competenze in questo specifico ambito di intervento delle autorità di supervisione del settore. L’indagine prosegue con l’esame delle innovazioni disciplinari in materia, specie in relazione alla progressiva espansione della portata applicativa delle norme in discorso l’oltre originario alveo bancario e finanziario (ad es. professioni legali e contabili, agenti immobiliari), concludendosi con la presentazione delle “nuove frontiere” della disciplina rappresentate dalle istanze preventive e repressive del finanziamento di attività terroristiche internazionali.

DISCIPLINA ANTIRICICLAGGIO E ORDINAMENTO DEL CREDITO

URBANI, Alberto
2005-01-01

Abstract

Le ragioni di un’indagine dedicata alla legislazione italiana antiriciclaggio, specie nei suoi profili di interrelazione con l’assetto generale della supervisione pubblica sull’attività delle banche, sono molteplici ed attuali: oltre infatti alle dimensioni quantitative assai rilevanti del fenomeno del money laundering, che già di per sé giustificherebbero l’attenzione sul tema, in tempi recenti le tradizionali istanze ordinamentali di contrasto dell’economia illegale sono state affiancate da sfide ed esigenze inedite, a partire dai nuovi obiettivi concordati in sede sovranazionale di prevenzione del finanziamento del terrorismo; l’evoluzione dei mercati finanziari verso crescenti forme di complessità, lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie informatiche e l’internazionalizzazione dei circuiti bancari e finanziari sono soltanto alcuni tra i fattori che più hanno influito sull’ulteriore implementazione e sull’affinamento degli strumenti giuridici di lotta contro i tentativi multiformi di occultare le origini della ricchezza illecita. La ricerca, dopo una prima parte dedicata alla ricostruzione dei fondamenti storico-economici della disciplina di contrasto del riciclaggio ed una seconda di approfondimento dei tratti costitutivi della normativa italiana in materia, si sofferma ampiamente in particolare sulle connessioni “virtuose” tra vigilanza bancaria e lotta contro il fenomeno in parola, indagando da vicino soprattutto le disposizioni emanate dalle autorità creditizie che possono recare vantaggi significativi anche in chiave antiriciclaggio. Segue un’ampia sezione relativa ai profili organizzativi della lotta al riciclaggio, dove viene evidenziata nel dettaglio la complessità del quadro di ripartizione delle competenze in questo specifico ambito di intervento delle autorità di supervisione del settore. L’indagine prosegue con l’esame delle innovazioni disciplinari in materia, specie in relazione alla progressiva espansione della portata applicativa delle norme in discorso l’oltre originario alveo bancario e finanziario (ad es. professioni legali e contabili, agenti immobiliari), concludendosi con la presentazione delle “nuove frontiere” della disciplina rappresentate dalle istanze preventive e repressive del finanziamento di attività terroristiche internazionali.
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